DI ALTRA FRANCIA, DI ALTRI VINI E DI ALTRE SCELTE

DI ALTRA FRANCIA, DI ALTRI VINI E DI ALTRE SCELTE
Traslocare LIBRI ha a che fare con la POLVERE appiccicosa e con la GRAVITA' inverosimile delle scatole da imballo saturate. Se per gioventù o per cimento pecchi d'incontinenza e sottostimi il loro peso specifico rischi dolorose inchiodate.

Ma....... MANEGGIARE, SFOGLIARE, ANNUSARE, SCOPRIRE O RISCOPRIRE LIBRI "VISSUTI" e immergersi nella COMPLESSITÀ del loro corredo tattile ed olfattivo E' UNA GODURIA ASSOLUTA! Reminiscenze di pigmenti MINERALI, esuberanze d'inchiostri, "VOLATILI" di solventi, GRASSEZZE di plastiche patinanti, e la sinistra seduzione dei tingenti “anilici” che promanano con i ricordi animali dalle vecchie pelli legatorie, così si annuncia la FASCINAZIONE di STORIE ed IDEE che ti impatta, e ti trascina in un luogo "altro". È UN TRASPORTO EROTICO innescato dall'asimmetrica DANZA TRA AZIONE E CONTEMPLAZIONE, TRA SENSI OTTICI E SENSI PROSSIMALI. Poi torna la lucidità e rifocalizzi che l'occasione dei trasferimenti è propizia alla riconquista di spazio vitale perchè conferisci i volumi divenuti anacronistici alle biblioteche (se li vogliono) od al punto di raccolta differenziata.
Per quanto concerne guide, riviste e pubblicazioni enogastronomiche assortite, piene di informazioni obsolescenti, il nobile destino del riciclo risulta il più giusto, fatto salve naturalmente le VARIOPINTE, POROSE MAGIE dei PORTHOS e degli SLOW dei primi anni.

L’ultima volta però ho traccheggiato su qualche vetusto testo francese, dilungandomi più del solito nelle operazioni e, d'improvviso, senza bisogno di fertilizzanti, alcune CONSIDERAZIONI SONO GERMOGLIATE RAPIDE COME TREBBIANO NELLA BASSA:

1) PARTIAMO FACILE ASSECONDANDO GLI AUSPICI DEL DIRETTORE…. MOLTI BORGOGNA E RODANO NON SONO RINCARATI, HANNO SEMPLICEMENTE DECUPLICATO LA MEDIA INFLATTIVA DEGLI ULTIMI 20 ANNI. Soprattutto i primi. Similitudini sono ravvisabili solo nel gotha dell'arte contemporanea. Anche in quel campo gli intermediari guadagnano più dei produttori e vendono ad un pubblico eterogeneo nella competenza specifica ma molto omogeneo nella cospicua possibilità di spesa.

2) LE VALUTAZIONI SULLE VOCAZIONI DEI TERRITORI IN FRANCIA SONO MOLTO STABILI. Le differenze corrono sui giudizi dei singoli produttori ma le aspettative generate da una appellazione sono sempre molto condivise e poco mutevoli nel breve periodo. Ci sono dei fuoriclasse che in virtù di posizioni fortunate e sensibilità superiori si sono posti a riferimento di appellazioni storicamente meno quotate attirando le attenzioni dei consumatori ed acuendo la capacità interpretativa dei colleghi corregionali. Louis Reynaud (CHATEAU RAYAS) per Chateauneuf du Pape, Robert Plageoles per Gaillac (attuale DOMAINE PLAGEOLES, ai tempi Domaine de Tres Cantous), Henri Ramonteau (DOMAINE CAUHAPÉ) per lo Jurancon, Henri De Sainct-Victor (CHATEAU DE PIBARNON) per Bandol, René Rougier (CHATEAU SIMONE) per Palette, i fratelli Foucault (CLOS ROUGEARD) per Saumur Champigny, Nicolas Joly (LA COULÉE DE SERRANT) per Savennieres, Marcel Lapierre (DOMAINE MARCEL LAPIERRE) per Morgon, Jean Francois Ganevat (DOMAINE GANEVAT) per lo Jura. Tutti questi produttori hanno acceso l'occhio di bue sulle proprie zone di appartenenza, hanno strappato quotazioni superiori alla media, hanno stimolato una crescita collettiva, ma non hanno potuto sovvertire i ranghi. E la gerarchia nazionale ha continuato a situare alcuni climats nelle posizioni più elevate, appena sotto l'empireo, a stretto contatto con la divinità, e tutto ciò a prescindere dai gran manici dei vari HENRI JAYER, LALOU-BIZE LEROY, DENIS DUBORDIEU, MARCEL GUIGAL, ANSELME SELOSSE, etc . Costoro dispongono infatti di terroirs deputati a produrre "grands vins", non "petits vins" come ad esempio la Loire.

In buona sostanza, se si comparano grossolanamente, senza velleità scientifico-statistiche, i 1500 vini presi in esame nei primi anni della Gault et Millau (prima versione uscita autunno 1984) agli oltre 9000 dell'ultima cartacea del 2011, si nota che le proporzioni fra le eccellenze che esprimono le diverse realtà regionali non variano molto, come non cambiano le proporzioni tra la media dei listini.

3) LANGUEDOC, SUD-OUEST, E LOIRA erano le scelte più gettonate fra le SMARTBUY suggerite da una settantina di Sommeliers francesi (vincitori di concorsi, responsabili di sala negli stellati più importanti etc..) in un libello redatto nell'’87 da un giornalista di France Soir. L'IMPRESSIONE È CHE PIÙ O MENO Lì SIAMO RIMASTI. Ci può essere il momento dello Jura, quello del Beaujolais, quello della Bordeaux alternativa, ma la vecchia decadente Europa che beve vino è abbastanza conservatrice (come herr Direktor) .

4) Sempre osservando le selezioni che fecero nell'’87 i sommeliers dei vari BOCUSE (RIP), BLANC, GAGNAIRE, ROBUCHON, TOUR D'ARGENT, APICIUS etc.. si palesa UNA GRANDE DIVERSITÀ NELLE LISTE DEI VINI. CERTO I GRANDI BORDEAUX, I GRANDI BORGOGNA ED I GRANDI CHAMPAGNE DELLE MAISON SONO GLI STESSI, MA GIÀ A PARTIRE DAI PREMIER CRÙ DELLA BORGOGNA FINO ALLE APPELLAZIONI COMUNALI È DIFFICILE TROVARNE 2 SU 70 CHE CITINO GLI STESSI. POI QUANDO SI ESCE DAI MITI DI QUESTE REGIONI È L'APOTEOSI DELLA DIVERSITÀ. Le ragioni  si possono ravvisare talvolta in una RIVENDICAZIONE IDENTITARIA  che caratterizzava la ristorazione fuori Parigi (anche oggi), talvolta nell'OGGETTIVA DIFFICOLTÀ A VALUTARE ALCUNI TERROIRS dal momento in cui ancora in quegli anni la maggior parte dei vignerons borgognoni e champagnini conferiva, ma, soprattutto, credo che MOLTO SIA DA ADDEBITARSI ALLA SCARSA INFLUENZA DELL'EDITORIA SPECIALIZZATA, che era agli albori in un tempo che vedeva diffondersi le informazioni a ritmi più vicini a Guttemberg che a noi,                                           
PROBABILMENTE OGGI, LA STRAORDINARIA ACCESSIBILITÀ DI CONTENUTI HA CREATO UNA MAGGIOR OMOLOGAZIONE O COMUNQUE UN MAGGIOR CONFORMISMO NELLE SCELTE "ALTERNATIVE" DELLA CARTA DEI VINI. Forse una volta i "must" erano veicolati dagli scarni riferimenti disponibili, mentre LE OPZIONI ECCENTRICHE ERANO IL FRUTTO DI UNA RICERCA PERSONALE DEL RESPONSABILE.