IT'S CHRISTMAS TIME! COME STUPIRE I VOSTRI AMICI WINELOVERS CON UN REGALO DAVVERO GRADITO!
di SIMONA CARLONI - 21 dicembre 2017
Per qualcuno è il presepe, per qualcun altro è l’albero agghindato di lucine festose, per tutti i gourmet l’immagine che meglio si lega al Natale è una tavola imbandita di cibo e di una buona bottiglia di vino per brindare tutti insieme alle feste. Ma il vino a Natale non è solo questo: è anche uno dei regali più graditi da fare e… soprattutto da ricevere.
Vino e Natale, un’accoppiata ineluttabile.
Il 95% degli appassionati di vino sogna di trovare sotto il proprio albero una bottiglia della propria cantina preferita. Il 60% dichiara che spenderà tra i 100 e i 200 euro nell’acquisto di prodotti enogastronomici, capaci di combinare bontà, gusto e, perché no, utilità. Lo dimostrano i risultati inoppugnabili di un sondaggio condotto dal magazine online Italia nel bicchiere, secondo il quale 1.050 winelovers internauti hanno eletto il vino il principe dei doni a Natale.
Saranno le emozioni che sa regalare, tanto al neofita quanto al professionista, con i suoi profumi, i suoi colori e i suoi aromi; saranno le fantastiche storie che ogni bottiglia è in grado di raccontare a chi è in grado di ascoltarle e comprenderle: sta di fatto che il vino è il regalo che tutti noi, chi più chi meno, sogniamo di trovare sotto l’albero.
Ma come si fa a scegliere l’etichetta giusta?
Si dice che per ogni uomo esista un’etichetta perfetta.
Per guidarvi nella scelta e aiutarvi a capire chi avete di fronte e qual è la sua etichetta “gemella”, ho creato per voi la carta d’identità del perfetto eno-amatore.
Se il destinatario del regalo presenta questi tratti distintivi, non potete sbagliare: siete di fronte ad un vero winelover.
Facile come bere un bicchier d’acqua… anzi di vino!
Sei di fronte ad un winelover se…
Non tutti i winelovers, tuttavia, sono uguali. Lo sosteneva una pungente ed ironica analisi condotta dall’istituto di ricerche di mercato Squadrati di Milano, presentata al Vinitaly del 2014. Radical, enosnob, pane al pane e socialite: ecco le macro tipologie di personas amanti del vino che, secondo l’opinione pubblica, incarnerebbero le diverse personalità del nostro caro poliedrico fan del vino.
Se per il Radical il vino è il frutto del duro lavoro del vignaiolo e dunque la straordinaria tappa conclusiva di un processo produttivo naturale ed etico che nella bevanda di Bacco trova il suo supremo compimento, per l’Enosnob le parole e l’esperienza dell’enologo sono sacre ed inviolabili, garanzia indiscussa di qualità e raffinatezza del gusto.
Il Pane al Pane, invece, è un amatore semplice, genuino e autentico del vino e della buona tavola, che ama consumarlo quotidianamente e non pasteggia senza stappare una buona bottiglia.
Infine a completare la rosa dei profili non manca il Socialite, che concepisce il vino come un elemento culturale di catalizzazione della convivialità e della gratificazione sociale, un’esperienza da vivere in maniera informale, attraverso la condivisione in real time di ogni momento sui propri canali social.
Che il vino sia un fenomeno di natura socio-culturale non è un mistero per nessuno. Queste diverse tipologie di personas non sono altro che un tentativo di mappare, in gruppi semiotici, l’evolversi di abitudini di consumo, di valori ed esigenze manifestate nei confronti del vino, che nel tempo sono andate via via distaccandosi da quelle più tradizionali che avevano nel cosiddetto “bevitore quotidiano” il proprio modello privilegiato di fruitore. I nostri nonni appartengono a questa categoria e, come loro, i nonni dei nonni dei nonni dei nonni, fino ai tempi antichi della storia del vino.
Se leggendo queste parole avete già riconosciuto qualcuno della vostra cerchia di conoscenze, beh, ponderate bene l’etichetta che regalerete e il modo in cui la presenterete.
Per conquistare un Radical, puntate tutto sull’etichetta di una cantina storica, che possa contare su un passato lungo decenni e che sappia raccontare, attraverso generazioni di vignaiuoli, la storia di un vino fatto di tradizione, mito, passione, terra e sudore.
Per stupire un Enosnob, partite da un’attenta e minuziosa ricerca, leggete i consigli di wine blogger ed enologhi di grido e scegliete l’etichetta più ricercata ed elegante: farete senza dubbio un figurone. Tra le nostre pagine troverete senza dubbio quello che cercate!
La caratteristica principale di un Pane al Pane è la semplicità, genuina e verace come un bicchiere di vino: se il dono è per un amico o un parente che ha questi requisiti, non gli strapperete di certo un “wow” con un’etichetta costosa e raffinata. Meglio optare per un vino locale, sanguigno come la terra da cui nasce e vero come il vignaiuolo che l’ha prodotto.
Per fare un regalo gradito ad un amico Socialite, regalategli l’etichetta che spopola per recensioni e valutazioni nelle web communities, nei blog e nei gruppi Facebook e, magari, assicuratevi di essere insieme a lui mentre apre il regalo: sarà felice di stappare la bottiglia insieme a voi e brindare al Natale, ricavandoci un bel selfie da pubblicare sui profili social.
Oggi sono sempre di più le donne, appassionate di vino, che finiscono per innamorarsi di una nuova etichetta con la stessa passione che metterebbero in una nuova storia d’amore. Ma chi è davvero la donna winelover?
La donna winelover trova poco interessante e quasi noioso l’uomo che non beve vino. Guarda con disappunto l’uomo che non sa distinguere un Barolo da un Sangiovese. Pensa che un pasto senza vino equivalga a quell’ingiusta privazione salutistica che molti chiamano “dieta” e che accomuna, ne sono certa, molte donne soprattutto nel periodo pre-natalizio.
E’ più social dell’uomo, ama il dettaglio minuzioso e le storie autentiche, quelle narrate dai viticoltori e dai produttori di vino. Per questo predilige il vino del territorio, quello autoctono.
E’ una consumatrice seriale intelligente, consapevole ed attenta che, forse più dell’uomo, ama informarsi, approfondire i diversi aspetti dell’enologia e partecipare ai corsi di formazione dedicati al vino e agli eventi di degustazione organizzati presso le aziende agricole e le cantine, perché, si sa, la curiosità ha il volto femminile.
L’estetica e il glamour hanno il loro peso, in particolare quando si regala una bottiglia di vino ad una donna, così acuta e attenta a cogliere ogni minimo particolare. Per una donna il vino non è soltanto una bevanda ma l’emblema e il veicolo di uno stile di vita che sa sempre regalare emozioni.
Perciò se il destinatario del vostro dono di Natale è una lei, state bene attenti a ciò che fate!
Noi donne sappiamo essere giudici agguerrite e cavillose. Per conquistarci, dosate bene le parole e usate il fascino, quello del vino e delle storie magiche che solo lui è in grado di raccontare ed evocare.
Per spiegare per quale ragione il vino è uno dei regali più graditi di sempre, vorrei citare le parole di un grande scrittore, Pier Vittorio Tondelli, che, nel suo “Un racconto sul vino” definisce la magia del vino scrivendo “…il vino è il grande serbatoio di vita e di immaginario”.
Riletto e interpretato in questa luce, anche il gesto di donare una bottiglia di vino a Natale si trasforma in un pensiero pervaso di significati più profondi: nell’elegante spazio di un calice, il vino si fa testimone di un intreccio di storie che profumano di terra, parlano di uomini e raccontano di sogni, gocce di sudore e stille di succo d’uva. Un regalo, dunque, quantomai gradito…
A ben riflettere, si può bere il vino per cinque motivi:
primo per far festa, poi per colmare la sete,
poi per evitare di avere sete dopo,
poi per fare onore al buon vino e, infine, per ogni motivo.
Friedrich Rückert (1788 – 1866)
Vino e Natale, un’accoppiata ineluttabile.
Il 95% degli appassionati di vino sogna di trovare sotto il proprio albero una bottiglia della propria cantina preferita. Il 60% dichiara che spenderà tra i 100 e i 200 euro nell’acquisto di prodotti enogastronomici, capaci di combinare bontà, gusto e, perché no, utilità. Lo dimostrano i risultati inoppugnabili di un sondaggio condotto dal magazine online Italia nel bicchiere, secondo il quale 1.050 winelovers internauti hanno eletto il vino il principe dei doni a Natale.
Saranno le emozioni che sa regalare, tanto al neofita quanto al professionista, con i suoi profumi, i suoi colori e i suoi aromi; saranno le fantastiche storie che ogni bottiglia è in grado di raccontare a chi è in grado di ascoltarle e comprenderle: sta di fatto che il vino è il regalo che tutti noi, chi più chi meno, sogniamo di trovare sotto l’albero.
Ma come si fa a scegliere l’etichetta giusta?
Si dice che per ogni uomo esista un’etichetta perfetta.
Per guidarvi nella scelta e aiutarvi a capire chi avete di fronte e qual è la sua etichetta “gemella”, ho creato per voi la carta d’identità del perfetto eno-amatore.
Se il destinatario del regalo presenta questi tratti distintivi, non potete sbagliare: siete di fronte ad un vero winelover.
Facile come bere un bicchier d’acqua… anzi di vino!
Identikit dell’eno-amatore: il destinatario perfetto per il vostro winegift
Sei di fronte ad un winelover se…
- Appena entra in un supermercato si precipita nel reparto dedicato al vino, ignorando tutto il resto e non ne esce prima di aver letto con attenzione e sete di conoscenza tutte le etichette a scaffale;
- Passeggiando per le vie del centro, non riesce proprio a trattenersi dall’entrare nell’enoteca locale, trascurando le vetrine illuminate e ammiccanti degli altri negozi e trascorrendo ore ed ore a passare in rassegna tutte le bottiglie esposte;
- Non manca mai di correre a raccontarvi il suo ultimo incredibile acquisto vitivinicolo, utilizzando le stesse entusiastiche parole di chi ha appena vinto un premio milionario alla lotteria;
- Non perde mai un evento di degustazione organizzato dalla cantina e dall’azienda produttrice delle città vincine, anche se questo significa rinunciare alla partita della squadra di calcio del cuore;
- Al ristorante, con gli amici, monopolizza la carta dei vini e non riesce a scegliere l’etichetta giusta, senza aver dedicato almeno mezz’ora alla lettura attenta di ogni singola pagina;
- Nella sua tavola non manca mai una bottiglia di vino di qualità, perché “un pasto senza vino è come un giorno senza sole” come scriveva Anthelme Brillat-Savarin;
- Nella credenza di casa nasconde cavatappi, salvabottiglia, cantina termoriscaldata e cestello per il ghiaccio.
C’è winelover e #winelover…
Non tutti i winelovers, tuttavia, sono uguali. Lo sosteneva una pungente ed ironica analisi condotta dall’istituto di ricerche di mercato Squadrati di Milano, presentata al Vinitaly del 2014. Radical, enosnob, pane al pane e socialite: ecco le macro tipologie di personas amanti del vino che, secondo l’opinione pubblica, incarnerebbero le diverse personalità del nostro caro poliedrico fan del vino.
Se per il Radical il vino è il frutto del duro lavoro del vignaiolo e dunque la straordinaria tappa conclusiva di un processo produttivo naturale ed etico che nella bevanda di Bacco trova il suo supremo compimento, per l’Enosnob le parole e l’esperienza dell’enologo sono sacre ed inviolabili, garanzia indiscussa di qualità e raffinatezza del gusto.
Il Pane al Pane, invece, è un amatore semplice, genuino e autentico del vino e della buona tavola, che ama consumarlo quotidianamente e non pasteggia senza stappare una buona bottiglia.
Infine a completare la rosa dei profili non manca il Socialite, che concepisce il vino come un elemento culturale di catalizzazione della convivialità e della gratificazione sociale, un’esperienza da vivere in maniera informale, attraverso la condivisione in real time di ogni momento sui propri canali social.
Che il vino sia un fenomeno di natura socio-culturale non è un mistero per nessuno. Queste diverse tipologie di personas non sono altro che un tentativo di mappare, in gruppi semiotici, l’evolversi di abitudini di consumo, di valori ed esigenze manifestate nei confronti del vino, che nel tempo sono andate via via distaccandosi da quelle più tradizionali che avevano nel cosiddetto “bevitore quotidiano” il proprio modello privilegiato di fruitore. I nostri nonni appartengono a questa categoria e, come loro, i nonni dei nonni dei nonni dei nonni, fino ai tempi antichi della storia del vino.
Se leggendo queste parole avete già riconosciuto qualcuno della vostra cerchia di conoscenze, beh, ponderate bene l’etichetta che regalerete e il modo in cui la presenterete.
Per conquistare un Radical, puntate tutto sull’etichetta di una cantina storica, che possa contare su un passato lungo decenni e che sappia raccontare, attraverso generazioni di vignaiuoli, la storia di un vino fatto di tradizione, mito, passione, terra e sudore.
Per stupire un Enosnob, partite da un’attenta e minuziosa ricerca, leggete i consigli di wine blogger ed enologhi di grido e scegliete l’etichetta più ricercata ed elegante: farete senza dubbio un figurone. Tra le nostre pagine troverete senza dubbio quello che cercate!
La caratteristica principale di un Pane al Pane è la semplicità, genuina e verace come un bicchiere di vino: se il dono è per un amico o un parente che ha questi requisiti, non gli strapperete di certo un “wow” con un’etichetta costosa e raffinata. Meglio optare per un vino locale, sanguigno come la terra da cui nasce e vero come il vignaiuolo che l’ha prodotto.
Per fare un regalo gradito ad un amico Socialite, regalategli l’etichetta che spopola per recensioni e valutazioni nelle web communities, nei blog e nei gruppi Facebook e, magari, assicuratevi di essere insieme a lui mentre apre il regalo: sarà felice di stappare la bottiglia insieme a voi e brindare al Natale, ricavandoci un bel selfie da pubblicare sui profili social.
La donna winelover: chi è e quali sono i trucchi per riconoscerla?
Oggi sono sempre di più le donne, appassionate di vino, che finiscono per innamorarsi di una nuova etichetta con la stessa passione che metterebbero in una nuova storia d’amore. Ma chi è davvero la donna winelover?
La donna winelover trova poco interessante e quasi noioso l’uomo che non beve vino. Guarda con disappunto l’uomo che non sa distinguere un Barolo da un Sangiovese. Pensa che un pasto senza vino equivalga a quell’ingiusta privazione salutistica che molti chiamano “dieta” e che accomuna, ne sono certa, molte donne soprattutto nel periodo pre-natalizio.
E’ più social dell’uomo, ama il dettaglio minuzioso e le storie autentiche, quelle narrate dai viticoltori e dai produttori di vino. Per questo predilige il vino del territorio, quello autoctono.
E’ una consumatrice seriale intelligente, consapevole ed attenta che, forse più dell’uomo, ama informarsi, approfondire i diversi aspetti dell’enologia e partecipare ai corsi di formazione dedicati al vino e agli eventi di degustazione organizzati presso le aziende agricole e le cantine, perché, si sa, la curiosità ha il volto femminile.
L’estetica e il glamour hanno il loro peso, in particolare quando si regala una bottiglia di vino ad una donna, così acuta e attenta a cogliere ogni minimo particolare. Per una donna il vino non è soltanto una bevanda ma l’emblema e il veicolo di uno stile di vita che sa sempre regalare emozioni.
Perciò se il destinatario del vostro dono di Natale è una lei, state bene attenti a ciò che fate!
Noi donne sappiamo essere giudici agguerrite e cavillose. Per conquistarci, dosate bene le parole e usate il fascino, quello del vino e delle storie magiche che solo lui è in grado di raccontare ed evocare.
“Il vino è il grande serbatoio di vita e di immaginario…”
Per spiegare per quale ragione il vino è uno dei regali più graditi di sempre, vorrei citare le parole di un grande scrittore, Pier Vittorio Tondelli, che, nel suo “Un racconto sul vino” definisce la magia del vino scrivendo “…il vino è il grande serbatoio di vita e di immaginario”.
Riletto e interpretato in questa luce, anche il gesto di donare una bottiglia di vino a Natale si trasforma in un pensiero pervaso di significati più profondi: nell’elegante spazio di un calice, il vino si fa testimone di un intreccio di storie che profumano di terra, parlano di uomini e raccontano di sogni, gocce di sudore e stille di succo d’uva. Un regalo, dunque, quantomai gradito…
A ben riflettere, si può bere il vino per cinque motivi:
primo per far festa, poi per colmare la sete,
poi per evitare di avere sete dopo,
poi per fare onore al buon vino e, infine, per ogni motivo.
Friedrich Rückert (1788 – 1866)