NO CODE: TTIP, COMINCIA LA PARTITA, America 1 - Europa 0 di LUCIO FOSSATI

NO CODE: TTIP, COMINCIA LA PARTITA,  America 1 - Europa 0  di LUCIO FOSSATI
Su chi puntereste voi? 
Siamo ad un tavolo e in gioco abbiamo due fazioni. 
Non aspettatevi la partita tra i buoni ed i cattivi, tra Dart Fener e Luke Skywalker.
Qui si gioca per capire come spartire la torta.
E i buoni? I buoni stanno a guardare, se possiamo dare per scontato che i buoni siano i cittadini europei, i consumatori. 
 
A sinistra ci sono i legali ed i lobbisti delle multinazionali Food and Beverage più potenti del mondo (Nestlé da sola fattura la metà del Portogallo  e PepsiCo realizza 7 volte il fatturato del comparto vino Italia).
A destra i legali e i tecnici delle associazioni di categoria e dei governi europei. 
Per sollecitarvi alla scommessa di per sé dall'esito indecifrabile vi ricordo che si dibatte a porte chiuse dalla stessa corte europea, che potrà decidere in sede finale se approvare il TTIP oppure no.  
 
Parliamo del TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), un ponderoso ciclo di negoziazioni volte a raggiungere un patto di libero scambio commerciale tra gli Stati Uniti e l’Europa, di tutte le merci, compresi i prodotti alimentari. 
 
Si discute di sicurezza alimentare, di etichettatura, di tutela delle denominazioni d'origine, brevetti e lobby di potere. 
 
Gli stessi “malpensanti” che ritenevano che la globalizzazione non gestita avrebbe alla fine creato maggiori squilibri, ora pensano in malafede che le multinazionali americane abbiano infilzato all'amo il vermicello della gestione dell’export e della privatizzazione del mercato. Come dargli torto!
 
Gli allevatori che lavorano in suolo extra-europeo per le multinazionali del settore possono utilizzare “gli ormoni della crescita”: pensate che risparmio per i nostri culturisti. Gli stessi possono usufruire di protocolli molto più permissivi per l'utilizzo di antibiotici e farmaci, il ché si tradurrebbe in più fatturato per le case farmaceutiche.
Inoltre in Usa è consentito l’utilizzo di Ogm con una "serenità" che l'Europa al momento si sogna. 
 
È con questa “salvifica libertà” a stelle e strisce che si rifiuta “il principio di precauzione” - come applicato in Europa - e si permette il ricorso a 82 tipi di pesticidi vietati in Europa, incoraggiando l’utilizzo degli Ogm…per salvare il mondo dalla fame.
 
I consumatori europei, i buoni, martoriati dalla crisi, potranno finalmente godere (sob!) di prodotti a prezzi più bassi, raggiungendo in breve tempo la invidiabile salubrità del cittadino nordamericano (che vive mediamente quattro anni in meno di quello europeo). 
 
Perché in fondo è di questo che stiamo parlando quando pensiamo ai “buoni”. 
Il cittadino europeo è abituato ad un controllo preventivo dei prodotti di consumo. È nella nostra matrice culturale pensare che ciò che sia sugli scaffali di un supermercato o generalmente in circolazione, sia già passato al vaglio. 
Una sorta di conditio che parte dall’idea che siamo tutti innocenti fino a quando non si prova il contrario. 
 
Comunque possiamo dormire sonni tranquilli perché la storia ha già dimostrato che l'interesse delle multinazionali è riconducibile ad una maggiore prosperità per tutti.
Vinceranno i più forti e lo faranno per noi…che siamo buoni, e ignoranti. 
Perché alla fine l’informazione è una forma di potere con la quale potremmo - ad esempio - cominciare a scegliere prodotti e una vita migliore per noi… beh, chiaramente ad un prezzo decisamente più salato.