COLLINE PESCARESI CHARDONNAY IGT LAUNEGILD 2016 NICOLETTA DE FERMO
di FILIPPO APOLLINARI - 03 aprile 2018
Nel cuore d’Abruzzo, in bilico tra meridione e settentrione, si erge quel “Grand Cru” d’Italia che è Loreto Aprutino. Qui, sotto l’egida della famiglia Valentini, tra il Gran Sasso e l’Adriatico, in un promontorio dove l’aria profuma di neve e di mare, Stefano Papetti Ceroni firma per i De Fermo il Launegild, uno Chardonnay che riscatta le troppe interpretazioni posticce che si scovano lungo la Penisola, nello sciagurato quanto fallace inseguimento dello stereotipo borgognone.
La vigna del Launegild, poco meno di un ettaro, rientra nel più ampio vigneto di Cordano, in un delta altimetrico compreso tra i 280 e i 310 m/slm, con esposizione est nord-est. L’impianto, originato con marze provenienti dalla Borgogna, risale alla fine degli anni Venti e da allora continua a essere alimentato attraverso una rigida selezione massale.
La vinificazione è quintessenziale: l’uva, non diraspata, è pigiata in un torchio verticale (vinificazione a grani tondi) dove rimane 3/4 ore a contatto con le bucce. Segue una notte di decantazione statica e il trasferimento in tonneaux per la vinificazione. La fermentazione si attiva spontaneamente, senza inoculo o pied de cuve; una volta svolti tutti gli zuccheri, il vino viene privato della feccia più grossolana per poi rientrare nei medesimi legni per l’affinamento. A una decina di mesi, durante i quali le fecce fini sono rimesse periodicamente in circolo, segue l’imbottigliamento senza alcuna stabilizzazione e con un utilizzo di SO2 in dosi omeopatiche.
Perché Launegild (direttamente da un’intervista a Stefano Papetti Ceroni): il launegild era un istituto del diritto longobardo che aveva luogo quando un soggetto decideva di donare un bene ad un'altra persona. I popoli nordici, a differenza dei romani, non concepivano la donazione. Pertanto, il ricevente offriva al donante un bene di valore simbolico per far sì che non si perfezionasse una donazione bensì uno scambio. La terra che oggi noi coltiviamo fu custodita per secoli da popoli nordici e fu poi oggetto, nel IX secolo, di un launegild in favore dell’Abbazia di San Clemente a Casauria da parte della famiglia franca che qui coltivava viti e olivi (L. Feller, Les politiques des familles aristocratiques à l’égard des églises en Italie centrale, 2005). Questo vino è il nostro launegild, il nostro simbolico segno di riconoscenza verso gli uomini e le donne della nostra famiglia che negli ultimi due secoli e mezzo hanno fatto sì, in un modo o nell’altro, che questo patrimonio naturale potesse oggi essere custodito da noi, che restiamo solo un anello di una lunga catena generazionale.
L’ASSAGGIO
Il Launegild 2016 è un vino PLASMATO dal territorio; un vino che esprime con naturalezza i tratti cerealicoli, montani e al contempo marittimi, tipici di Loreto Aprutino. Il varietale si palesa nella struttura solida e tesa del palato, dove la brezza sapida del Gran Sasso lo allunga e lo distende verso il mare. Un vino disinvolto e integrale, che conquista con discrezione.
Malolattica svolta, contrariamente alle edizioni del 2013 e 2014.
La vigna del Launegild, poco meno di un ettaro, rientra nel più ampio vigneto di Cordano, in un delta altimetrico compreso tra i 280 e i 310 m/slm, con esposizione est nord-est. L’impianto, originato con marze provenienti dalla Borgogna, risale alla fine degli anni Venti e da allora continua a essere alimentato attraverso una rigida selezione massale.
La vinificazione è quintessenziale: l’uva, non diraspata, è pigiata in un torchio verticale (vinificazione a grani tondi) dove rimane 3/4 ore a contatto con le bucce. Segue una notte di decantazione statica e il trasferimento in tonneaux per la vinificazione. La fermentazione si attiva spontaneamente, senza inoculo o pied de cuve; una volta svolti tutti gli zuccheri, il vino viene privato della feccia più grossolana per poi rientrare nei medesimi legni per l’affinamento. A una decina di mesi, durante i quali le fecce fini sono rimesse periodicamente in circolo, segue l’imbottigliamento senza alcuna stabilizzazione e con un utilizzo di SO2 in dosi omeopatiche.
Perché Launegild (direttamente da un’intervista a Stefano Papetti Ceroni): il launegild era un istituto del diritto longobardo che aveva luogo quando un soggetto decideva di donare un bene ad un'altra persona. I popoli nordici, a differenza dei romani, non concepivano la donazione. Pertanto, il ricevente offriva al donante un bene di valore simbolico per far sì che non si perfezionasse una donazione bensì uno scambio. La terra che oggi noi coltiviamo fu custodita per secoli da popoli nordici e fu poi oggetto, nel IX secolo, di un launegild in favore dell’Abbazia di San Clemente a Casauria da parte della famiglia franca che qui coltivava viti e olivi (L. Feller, Les politiques des familles aristocratiques à l’égard des églises en Italie centrale, 2005). Questo vino è il nostro launegild, il nostro simbolico segno di riconoscenza verso gli uomini e le donne della nostra famiglia che negli ultimi due secoli e mezzo hanno fatto sì, in un modo o nell’altro, che questo patrimonio naturale potesse oggi essere custodito da noi, che restiamo solo un anello di una lunga catena generazionale.
L’ASSAGGIO
Il Launegild 2016 è un vino PLASMATO dal territorio; un vino che esprime con naturalezza i tratti cerealicoli, montani e al contempo marittimi, tipici di Loreto Aprutino. Il varietale si palesa nella struttura solida e tesa del palato, dove la brezza sapida del Gran Sasso lo allunga e lo distende verso il mare. Un vino disinvolto e integrale, che conquista con discrezione.
Malolattica svolta, contrariamente alle edizioni del 2013 e 2014.
REGIONE: | ABRUZZO |
PRODUTTORE: | DE FERMO |
DENOMINAZIONE: | CHARDONNAY COLLINE PESCARESI IGT |
NOME: | LAUNEGILD |
ANNO: | 2016 |
PREZZO ONLINE: | € 19 |