CÔTE DE BROUILLY GODEFROY 2018 CHATEAU THIVIN di Daniele Tavicca

Claude Geoffray mi ha aperto le porte di Chateau Thivin un paio di anni fa. Il ricordo di quelle atmosfere è ancora nitido: una giornata uggiosa e il tepore del camino hanno accompagnato il respiro di classicità e tradizione che Claude e la sua tenuta preservano. La stessa classicità che ritroviamo nei suoi vini, dove la macerazione semi-carbonica, tipica di queste zone, non viene utilizzata come fine bensì come mezzo e dove non c’è spazio per aromi esasperati e spesso un po’ omologanti. I vini che escono dalla cantina dello Chateau Thivin, la cui struttura risale al XII secolo, sono legati alla terra e alle profondità, austeri eppure ben saldi nel frutto. Ne è un esempio limpido la selezione parcellare Godefroy 2018, un vino che nasconde dietro un’iniziale austerità un sorso setoso e saporito, che fodera il palato con una densità energica e aristocratica. Il tannino appuntito e sottile veicola la brillantezza del frutto e allunga un finale teso e di notevole sapore.
Le uve di questa cuvée provengono da piante ultracentenarie che dimorano in una parcella di 70 are all’interno della denominazione “Cote de Brouilly”, chiamata appunto “Godefroy”. Il saldo di una piccolissima parte di chardonnay è lì a ricordarci quanto la tradizione sia importante per la famiglia Geoffray. Produzione: 2000 bottiglie.

QUALCHE NOTIZIA AGGIUNTIVA SU CHATEAU THIVIN:
Chateau Thivin si erge sulle coste del Mont Brouilly, frattura orografica nel cuore collinare del Beaujolais. Una roccaforte della tradizione viticola regionale, la cui storia risale al XII secolo e che dal 1877 si tramanda attraverso l’asse ereditario della famiglia Geoffray, matriarca della denominazione. Claude Geoffray, supportato dal 2007 dal figlio Claude-Edouard, coltiva e vinifica con coscienza, e senza il ricorso alla chimica, esclusivamente le uve provenienti dai 27 ettari di proprietà, di cui 14 nell’AOC Côte de Brouilly. Tutti gli ettari sono in conduzione biologica. I Gamay sono vinificati a grappolo intero in contenitori di cemento senza la preventiva saturazione di co2, mentre l’affinamento avviene, in rispetto dei canoni classici, in botti dai 20 ai 40 Hl. Produzione annuale media: 120.000 bottiglie.