PIC SAINT LOUP VIEILLES VIGNES 2015 CHATEAU DE LANCYRE

Partecipando al recente salone “Vinisud” di Montpellier, non si poteva fare a meno di dedicare una parte importante della visita ai vini del Languedoc-Roussillon. Un atto doveroso, sia perché la fiera si svolge nel cuore della denominazione, sia perché si tratta di uno dei territori vitivinicoli francesi maggiormente in fermento.
Per anni il sud della Francia è stato snobbato dalla critica e relegato ad un ruolo secondario, inteso come patria di vini rustici e di scarsa propensione all’invecchiamento. Unica eccezione quella rappresentata dai vini fortificati, che in queste zone ha sempre avuto una considerazione notevole, da Maury a Banyuls (Leggi su Mas Amiel).

Oggi, invece, la situazione sta rapidamente cambiando. Tanti piccoli produttori hanno cominciato a vinificare in proprio dedicando particolare attenzione al lavoro in vigna ed in cantina, sfruttando al meglio un territorio difficile, ma ricco di caratteristiche uniche.
Il patrimonio di viti ultracentenarie custodite nelle vigne di questo territorio è motivo di orgoglio nazionale e permette di contrastare l’aridità tipica di queste zone.

Per meglio esprimere le caratteristiche di territori, che spesso differiscono fra loro, negli ultimi anni sono nate diverse denominazioni (Aoc). L’ultima in ordine cronologico è stata “Pic Saint Loup”, zona collinare posta nell’immediato entroterra di Montpellier, che ha sottolineato in maniera importante il proprio riconoscimento con una presenza massiccia di produttori in fiera. Fra i tanti presenti mi sento di segnalare lo Chateau de Lancyre, un domaine di circa 75 ettari che produce una gamma piuttosto vasta di vini bianchi, rosati e rossi, tutti caratterizzati da un’ottima precisione produttiva e da una piacevole bevibilità.

Quello che più mi ha colpito è il loro Vieilles Vignes, un rosso ottenuto da sirah al 65% e da grenache noir al 35%, provenienti da vigneti di circa 30 anni coltivati su terreni argillo-calcarei, vinificato ed affinato in acciaio.

Si viene accolti da un bel rosso rubino intenso, luminoso. All’olfatto emergono in prima battuta i frutti neri maturi, la mora e l’amarena, integrati da note speziate dolci e piccanti, tipiche delle varietà coinvolte. Con l’aria arrivano note di liquirizia, di oliva e successivamente un corredo aromatico tipico di quella macchia mediterranea che qui chiamano “Garrigue” (o gariga).
L’assaggio è rotondo, con tannini ben integrati ed una freschezza intensa, che regala profondità e bevibilità. Un vino succoso, piacevole, da bere a tavola senza troppi pensieri ed elucubrazioni.