SASSICAIA 1986 TENUTA SAN GUIDO
di FILIPPO APOLLINARI - 10 aprile 2021
Il Sassicaia è il vino che inaugura l'era moderna dell'enologia italica. Un vino che riporta la memoria dei bevitori più attempati a un periodo in cui stappare una bottiglia di vino era più semplice: lo si faceva per "status" o per romanticismo. Oggi, ahimé, sembra tutto più complicato - per la verità non solo nel vino - tra stereotipi, manifesti e un'insana tendenza al "celodurismo" che spesso confonde l'obiettivo ultimo dell'apertura di una bottiglia di vino. Oggi sei considerato trendy se scopri il vignaiolo che non c'è, quello che non ha un cellulare (o finge di non averlo) o un indirizzo rintracciabile su internet senza necessariamente contattare un hacker. Il vignaiolo che produce 304 bottiglie di vino, rigorosamente chiuse con la ceralacca (magari fosse gomma!), nel luogo più remoto del Pianeta. Ma se proprio dobbiamo rimanere dietro l'angolo, allora che sia tassativamente in Francia. Che poi il vino sia veramente "buono", questo è del tutto secondario.
In questo contesto alienante, il Sassicaia è stato il vino che con la maggiore forza ha respinto la nascita di tutte quelle catogorie e definizioni che oggi confondono chi si avvicina al vino senza pretese di divenire il nuovo Robert Parker di turno. E lo ha fatto mettendo d'accordo tutti, soprattutto con le edizioni degli anni Ottanta.
Il vino “buono” non segue traiettorie necessariamente originali, talvolta percorre solo la strada più semplice verso casa. Quella strada che non si vede l’ora di imboccare al termine di una giornata dove tutto è andato storto. Il Sassicaia 1986 - figlio di un millesimo “tenero”, compresso tra le due edizioni più celebrate nella storia di questo vino, ‘85 e ‘88 - è il sospiro dopo l’ultimo saluto dovuto, dopo l’ultimo sorriso che pesa. È l’ingresso in porto di un pescatore dopo una lunga nottata di burrasca in mezzo al mare: il tempo di ormeggiare l’imbarcazione e ordinare un Caffè Borghetti al bancone del “Bar dei Marinai”. Un vino che profuma ancora di scogli, oliva nera, cera, resina, grafite, moka e petricore. Il sorso è disteso, serafico, saporito e intensamente salino. La presa tannica è gentilmente pronunciata e accentua una lieve sensazione di ortica.
In questo contesto alienante, il Sassicaia è stato il vino che con la maggiore forza ha respinto la nascita di tutte quelle catogorie e definizioni che oggi confondono chi si avvicina al vino senza pretese di divenire il nuovo Robert Parker di turno. E lo ha fatto mettendo d'accordo tutti, soprattutto con le edizioni degli anni Ottanta.
Il vino “buono” non segue traiettorie necessariamente originali, talvolta percorre solo la strada più semplice verso casa. Quella strada che non si vede l’ora di imboccare al termine di una giornata dove tutto è andato storto. Il Sassicaia 1986 - figlio di un millesimo “tenero”, compresso tra le due edizioni più celebrate nella storia di questo vino, ‘85 e ‘88 - è il sospiro dopo l’ultimo saluto dovuto, dopo l’ultimo sorriso che pesa. È l’ingresso in porto di un pescatore dopo una lunga nottata di burrasca in mezzo al mare: il tempo di ormeggiare l’imbarcazione e ordinare un Caffè Borghetti al bancone del “Bar dei Marinai”. Un vino che profuma ancora di scogli, oliva nera, cera, resina, grafite, moka e petricore. Il sorso è disteso, serafico, saporito e intensamente salino. La presa tannica è gentilmente pronunciata e accentua una lieve sensazione di ortica.
Quello del 1986 è l’ennesimo vino della decade dorata del Sassicaia; un vino che respinge le obiezioni e frantuma i pregiudizi; un vino che è storia ogni oltre manifesto.
NOTE AZIENDALI SUL MILLESIMO 1986:
"SASSICAIA 1986
Andamento climatico dell’annata piuttosto regolare, con minor sommatoria termica rispetto all’anno precedente e con un più di riserva idrica nel terreno, data la minor siccità primaverile ed estiva. La produzione è stata abbastanza normale, e quindi più abbondante del 1985, come rapporto grappolo-ceppo. Ne è conseguita una qualità di uva assai equilibrata nei suoi rapporti zuccheri-acidi organici-polifenoli. La maturazione è stata ottima e la vendemmia ben soleggiata ma senza punte di caldo eccessivo. Essa è durata circa 18 giorni. La vinificazione si è svolta senza alcun problema microbiologico, con macerazione di circa 12 giorni. Così pure la malolattica si è sviluppata ancora nella prima metà di Novembre, cioè subito dopo la vinificazione e nella prima decade di Dicembre il vino era già privo di acido malico. L’abbiamo conservato nei tini per circa un mese ancora, affinché ultimasse bene i processi microbiologici secondari e il passaggio in barriques è avvenuto a fine Dicembre."
Barriques impiegate: 30% primo passaggio, 30% secondo passaggio, 40% nuove
Qualità legno: 20% slavonia, 80% francese
Tempo in barriques: 22 mesi
Grado alcolico 12,90%
Acidità totale delle uve alla vinificazione: 6,60%
Acidità all’invecchiamento: 5,60%
Temperatura vinificazione: 26-28 C
pH dopo invecchiamento: 3,60
SASSICAIA 1986
TENUTA SAN GUIDO
VINO DA TAVOLA DI SASSICAIA
REGIONE: | TOSCANA |
PRODUTTORE: | TENUTA SAN GUIDO |
DENOMINAZIONE: | VINO DA TAVOLA |
NOME: | SASSICAIA |
ANNO: | 1986 |
PREZZO ONLINE: | € ND |