VALENTINI, TREBBIANO D'ABRUZZO 2016
di FILIPPO APOLLINARI - 21 maggio 2021
Si può essere artigiani anche senza scendere nella trincea dei manifesti o senza militare nell’esercito delle ideologie. Francesco Paolo Valentini, in quel Grand Cru d’Italia che è Loreto Aprutino, lo dimostra vendemmia dopo vendemmia, interpretando in modo sartoriale le variabili di ogni millesimo. Vini d’autore - perché dell’autore recano una firma ben leggibile - ma perennemente legati a doppia mandata al proprio territorio.
La famiglia Valentini coltiva vite e ulivo a Loreto Aprutino da qualcosa come trecento anni. Le prime vinificazioni censite nei registri di famiglia sono imputate a Gaetano Valentini attorno al 1860. La prima annata in cui il vino prodotto viene invece commercializzato in bottiglia è la 1958 e a seguirne ogni passo è Edoardo Valentini, classe 1936 e padre di Francesco Paolo.
Dal 1981 al 2006, anno della scomparsa di Edoardo, Francesco Paolo Valentini ha condotto l’attività di famiglia al fianco del padre, per poi assumerne il controllo in prima persona con il sostegno della moglie Elena.
Storicamente il Trebbiano d’Abruzzo della famiglia Valentini non vede mai acciaio. Vinificazione e maturazione avvengono in grandi botti di legno, comprese tra i 55 e i 70 ettolitri (la più recente è del 2008 e la più vecchia ha più di quarant’anni). L’imbottigliamento avviene mediamente a 10/12 mesi dalla raccolta, con la fermentazione malolattica che spesso termina in bottiglia, imponendo al degustatore la dote della pazienza.
La versione 2016 è una versione solare, quieta e compiuta, e come tale, forse, meno imprevedibile negli approdi. È un’edizione che contrariamente alle profondità abissali in cui si muove il leggendario 2010 predilige nuotare sotto il pelo dell’acqua, laddove la luce del sole penetra e scalda ancora. È un’edizione che all’irrequietezza affilata del 2013 predilige un sorso più accogliente e armonioso. Un vino che non smette tuttavia mai di pulsare sale e arrivare comunque al cuore.
Trebbiano d’Abruzzo 2016 Valentini.
La famiglia Valentini coltiva vite e ulivo a Loreto Aprutino da qualcosa come trecento anni. Le prime vinificazioni censite nei registri di famiglia sono imputate a Gaetano Valentini attorno al 1860. La prima annata in cui il vino prodotto viene invece commercializzato in bottiglia è la 1958 e a seguirne ogni passo è Edoardo Valentini, classe 1936 e padre di Francesco Paolo.
Dal 1981 al 2006, anno della scomparsa di Edoardo, Francesco Paolo Valentini ha condotto l’attività di famiglia al fianco del padre, per poi assumerne il controllo in prima persona con il sostegno della moglie Elena.
Storicamente il Trebbiano d’Abruzzo della famiglia Valentini non vede mai acciaio. Vinificazione e maturazione avvengono in grandi botti di legno, comprese tra i 55 e i 70 ettolitri (la più recente è del 2008 e la più vecchia ha più di quarant’anni). L’imbottigliamento avviene mediamente a 10/12 mesi dalla raccolta, con la fermentazione malolattica che spesso termina in bottiglia, imponendo al degustatore la dote della pazienza.
La versione 2016 è una versione solare, quieta e compiuta, e come tale, forse, meno imprevedibile negli approdi. È un’edizione che contrariamente alle profondità abissali in cui si muove il leggendario 2010 predilige nuotare sotto il pelo dell’acqua, laddove la luce del sole penetra e scalda ancora. È un’edizione che all’irrequietezza affilata del 2013 predilige un sorso più accogliente e armonioso. Un vino che non smette tuttavia mai di pulsare sale e arrivare comunque al cuore.
Trebbiano d’Abruzzo 2016 Valentini.
| REGIONE: | ABRUZZO |
| PRODUTTORE: | VALENTINI |
| DENOMINAZIONE: | TREBBIANO D'ABRUZZO |
| ANNO: | 2016 |
| PREZZO ONLINE: | € 70 |